mercoledì 28 marzo 2012

es it - Racismo, discriminación, xenofobia y criminalización en Chile al Pueblo Mapuche


Hoy es el día de Día Internacional de la Eliminación de la Discriminación Racial según la ONU, y el estado chileno continua profundizando sus transgresiones al pacto internacional de DDHH sobre estas materias y continua sin avanzar frente a las denuncias acogidas en el comité ONU – CEDR para que el estado cumpla con sus obligaciones ante los Pueblos Indígenas. A continuación antecedentes sobre los conflictos territoriales del estado chileno en tierras Mapuche.

mapuexpress.net


El lema de este año para celebrar el día es «Racismo y Conflicto», con la intención de destacar el hecho de que el racismo y la discriminación a menudo están en la raíz de graves conflictos, de acuerdo a los expresado en un Mensaje por el Secretario General de la ONU, Ban Ki-moon.


El lema, según el, fue escogido para captar la muchas veces ignorada y, sin embargo, mutuamente retroalimentada relación entre el racismo y el conflicto. “En muchas partes del mundo, el racismo, los prejuicios, y la xenofobia crean una tensión extrema y se usan como poderosas armas para generar miedo u odio en tiempos de guerra. Los prejuicios y la xenofobia pueden llevar, incluso, al genocidio, los crímenes contra la humanidad, la limpieza étnica y los crímenes de guerra”, indico.


Para la ONU, el lema de este año tiene como objetivo aumentar la concientización sobre estos temas y recordar el sufrimiento de las víctimas que han sufrido o siguen sufriendo como resultado de los conflictos relacionados con el racismo.


Cabe mencionar que el primer artículo de la Declaración Universal de los Derechos Humanos afirma que «todos los seres humanos nacen libres e iguales en dignidad y derechos». El Día Internacional para la Eliminación de la Discriminación Racial recuerda las obligaciones estatales que establece el Pacto Internacional Onu de DDHH contra el racismo, la xenofobia, la discriminación y en el caso del estado chileno deja mucho sigue sin avanzar en estos estándares minimos.


Conflictos Territoriales y racismo en Chile al Pueblo Mapuche


En el año 2009 / 2010 se forjo un proceso en el marco de la autoconvocatoria Mapuche en el sur para preparar diversos informes, denuncias y de contribuir a fortalecimientos territoriales y que logró articular de manera autónoma y autogestionada a diversas expresiones y representatividades organizacionales y territoriales.


Uno de estos informes dejo en evidencia la situacion de racismo en Chile contra el pueblo Mapuche que, recogiendo a su vez otros antecedentes presentados, insto al comité de eliminación de la Discriminación Racial - CEDR a generar una serie de preguntas y preocupaciones al estado chileno que sigue sin responder en el marco de su examen periodico.

http://www.mapuexpress.net/?act=news&id=4613


A continuacion acceder en formato pdf a informe de organizaciones y autoridades ancestrales mapuche ante el CEDR sobre conflictos territoriales y racismo en contra del Pueblo Mapuche en Chile.


INFORME ALTERNATIVO SOBRE LA SITUACIÓN DE DISCRIMINACIÓN RACIAL QUE AFECTA AL PUEBLO MAPUCHE, RESPECTO DEL INFORME PRESENTADO POR EL ESTADO CHILENO ANTE EL COMITÉ PARA LA ELIMINACIÓN DE LA DISCRIMINACIÓN RACIAL EN AGOSTO DE 2009

http://www2.ohchr.org/english/bodies/cerd/docs/ngos/Informe_Mesa_Mapuche_chile_CERD75.pdf


http://www.mapuexpress.net/?act=news&id=8381


Razzismo, discriminazione, xenofobia e criminalizzazione in Cile ai danni del popolo Mapuche

mercoledì 28 marzo 2012Il servilismo dello stato Cileno in favore degli interessi forestali nella zona di Lleu Lleu


da Fear To Sleep

Due eventi stanno accadendo nella zona di Lleu Lleu in questi ultimi giorni, e che ha a che fare con il servilismo con cui lo Stato cileno stimola gli investimenti capitalisti forestali, che hanno invaso il nord-ovest del Lago Lleu Lleu.

I fatti:
In queste ultime settimane, l'impresa forestale Bosque Arauco, ha iniziato lo sfruttamento di 50 ettari di pino nel sito di Tranaquepe 1, ed è entrata attualmente in conflitto con la comunità Lof Ranquilhue .

Il sito Tranaquepe 1, costituito da 1700 ettari, è anche parte della comunità territoriale di Juan Lincopan:
Fundo Ranquilhue de Forestal Mininco: 90 ettari
Parcela de Forestal Volterra: 130 ettari
Fundo Tranaquepe 1 Bosques Arauco: 1.700 ettari
Parcela Sucesión Zenobio Contreras: 26 ettari
Hijuela de Ovalle: 2 ettari

"Forzata" in una certa misura, dalle convenzioni internazionali di certificazione, l'azienda forestale ha attuato un piano di emergenza: ha offerto e sta permettendo l'estrazione del legno per le comunità della zona dal sud della provincia di Cañete, e include anche la promessa del ritorno della vecchia comunità una volta sfruttato il territorio.
Tuttavia, al pari di questo presunto atteggiamento benevolo, il compito è stato sviluppato con un contingente di polizia di grandi dimensioni (principalmente personale di polizia civile), che protegge la macchina di ultima tecnologia, che a sua volta sviluppa attività di intelligence nella zona.

D'altra parte, l'azienda forestale ha iniziato un assalto per reinstallarsi nel fundo Ranquilwe, ora nelle mani della comunità di Juan Lincopan.
E' stato riferito che Martedì, 13 Marzo, il tribunale di Cañete avrebbe autorizzato il ripristino della protezione della polizia alla proprietà: quindi ci sarà una nuova installazione della polizia nel settore.

Ricordiamo che nel mese di ottobre del 2009, le comunità del settore erano riuscite a espellere le forze speciali della proprietà. Da allora la comunità aveva progressivamente occupato il campo e mantiene attualmente i campi con le colture.
Occupando insieme e in maniera produttiva l'immobile, si noti che la comunità di Juan Lincopan, è vicina alla propria foresta Mininco per vari fatti, tra i quali: l'incendio del rifugio (2005), usurpazione (2009), abuso sul lavoro (2009), espulsione violenta delle forze di polizia (2009) e altre ancora. E oltre alla denuncia, il suo leader sarebbe continuamente perseguitato dalla PDI e dalla SIP dei carabineros, compreso l'essere stato arrestato con il figlio minorenne a casa.

Pertanto, con l'imminente ritorno dell'occupazione della polizia nella zona si riaccende il conflitto, e che questo sarebbe stato visto dalle comunità della zona come una provocazione nei loro confronti, e dal momento che il governo cileno invece di concentrarsi sulle loro intenzioni per risolvere i conflitti che rimangono tra le comunità della zona, con diversi interessi capitalistici che invadono la zona, rafforza ulteriore la zona, militarizzandola e cercando di ripristinare un checkpoint della polizia nel settore strategico della riva del lago Lleu Lleu.

La strategia di ritornare con queste premesse, mostra la vicinanza e stretta collaborazione e sottomissione dell'intelligenza cilena, e ancora di più, dello Stato cileno agli interessi capitalistici che invadono ancora una volta le terre della comunità in lotta dell'area di Lleu Lleu.(tradotto da NexusCo)

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Etichette: capitalismo, Cile, indigeni, Informazione, repressione
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Succede in valsusa…volantini a scuola e ti sospendono


da No TAV

A Susa la scorsa settimana è successo qualcosa di molto particolare, presso l’Itis, istituto tecnico medio superiore, gli studenti no tav hanno distribuito dei volantini nelle classi. I medesimi volantini veniva in contemporanea distribuiti dal movimento al mercato della cittadina, in quella che è una importanete e costante opera di informazione praticata da anni. A Susa inoltre hanno sede due ditte a dir poco particolari, di cui abbiano narrato la storia a più riprese, si tratta della ditta Italcoge e della ditta Martina. Entrambe le ditte, oltre ad essere fallite e misteriosamente risorte più volte sono state scelte da LTF (Lyon Turin Ferroviare general contractor Torino Lione) per allestire le recinzioni a filo spinato e muri del cantiere di Chiomonte. Entrambe poi, e non è poco sono state coinvolte dall’inchiesta Minotauro della procura torinese sull’infiltrazione della ndrangheta al nord. Se da sempre il movimento no tav dice tav=mafia non è solo per le tesi del procuratore Fernando Imposimato o per le esperienze degli altri cantieri italiani ma per una triste esperienza diretta, fatta di queste inchieste locali ma anche di presidi bruciati, macchine bruciate, lettere minatorie con proiettili di cui però la magistratura sembra non interessarsi.
Queste cose difficilmente vengono raccontate dai quotidiani e dai tg, scomode, che sfiorano interessi troppo grandi, ecco perché allora diventa fondamentale un’informazione libera, fatta di articoli, lettere, cronache sul web e anche e soprattutto volantinaggi, nei mercati, nei cortei e anche nelle scuole. In queste scuole ed in particolare in quella di Susa studia anche uno dei figli di questi imprenditori che ricevuto il volantino con il nome del papà è tornato a casa e queste le parole del padre in un’intervista al quotidiano LaStampa “Mio figlio è tornato a casa abbastanza scosso, finora avevo sempre tenuto un profilo basso. Ma questa volta non potevo lasciare correre…”. Cosa ci si aspetta da un padre in questa situazione? Che provi a spiegare la situazione al figlio? Che si penta magari scoprendo che ha dei figli ed è una vergogna quello che sta facendo? Se fosse un buon padre certo ma se è un mafioso come si legge sui volantini o meglio sulle inchieste e nei tribunali ecco che da tale si comporta e alza immediatamente il telefono minacciando il preside della scuola. Preside che vede il suo istituto querelato e decide da subito di diventare alleato del signor Martina proponendo per i ragazzi individuati come autori del volantinaggio una punizione esemplare, una settimana di sospensione dalle attività didattiche. Ieri il consiglio di istituto ha bocciato la proposta del preside che ancora una volta si è ritrovato solo e schierato a difesa, lo diciamo anche noi della mafia. I professori hanno difeso i ragazzi, loro evidentemente non hanno tornaconti o se non un precario stipendio, il preside, dalla sua poltrona di manager ha forse troppo da perdere a schierarsi. I ragazzi invece si difendono da soli e con i loro collettivi si stanno preparando a rilanciare l’iniziativa, anche questi episodi aiutano e fanno crescere, come si usa dire “fanno scuola”. In ultimo una tiratina d’orecchie al concetto e alla teoria dell’antimafia la dobbiamo fare. Troppo spesso nelle scuole, nelle conferenze viene raccontata l’antimafia come concetto astratto, teoria, conferenze, grandi discorsi. Qui si parla di pratica, si parla di episodi che sono antimafia nella sua essenza più vera. Avere il coraggio di urlare un modo mafioso di fare affari, denunciare a gran voce quanto accade, in maniera pubblica davanti a tutti, mettendoci la faccia, urlare i nomi e scriverli. Dire che il tav è mafia e le ditte coinvolte sono mafiose è vero ed è giusto (basta leggere del comportamento del sig. Martina in questa vicenda per capirlo). L’invito che facciamo a tutte le associazioni antimafia è quello di schierarsi con i giovani notav. E’ molto importante la possibilità che danno ai ragazzi di fare grandi e pacifici cortei come quello di Genova di Libera, di poche settimane fa in cui tutti gridano forte No alla Mafia! E’ altrettanto importante il lavoro e la possibilità che danno ai giovani riconvertire in buoni frutti e buone semine i terreni sequestrati ai mafiosi. Ora però questi ragazzi non vanno lasciati soli, vanno aiutati e sostenuti per il loro coraggio e la loro determinazione. Nel modo più diretto e semplice hanno fatto antimafia dal basso, hanno fatto ciò che ritenevano giusto. Per noi e per tutti è il momento di schierarsi, di sostenerli, di aiutarli.

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Band venezuelane pagate dal PDVSA, che legittima la costruzione di miniere


Da Periodico El Libertario

dalla Redazione
Gli indigeni non hanno potuto parlare al concerto di Manu Chao a Caracas - concerto tenutosi a Maracaibo-, e che noi sosteniamo, perché dobbiamo prendere tutti gli spazi in quanto facciamo parte dei movimenti sociali. Tuttavia, a nostro avviso, non bisogna confondere questa azione con quella che c'è in Venezuela, ovvero di un movimento di musicisti contro le mineraria e la politica correlata. Come chiunque può confermare da ricerche su internet, i gruppi locali che hanno suonato con il musicista francese sono sponsorizzati dalla compagnia petrolifera statale PDVSA, madre di diversi progetti minerari del paese e membro di diverse multinazionali in imprese miste.

Una delle conseguenze dannose dell'ampia sponsorizzazione del PDVSA in vari campi, tra cui la cultura, è la legittimazione acritica del monoproduttore estrattivo ed energetico del paese. In questo modo si è portati a credere che la produzione petrolifera sia ora "buona", perché parte dei loro benefici sono dovuti alle politiche sociali, una strategia che è stata aspramente criticata dai movimenti sociali e indigeni in altri paesi della regione, ma che ha avuto effetti positivi sul paese per garantire la messa in discussione del ruolo prim'ordine del colosso energetico venezuelano, nonostante le sue conseguenze sociali e ambientali.

Non devono essere confuse queste band di falso rock ribelle, ingrassati con i soldi dalla PDVSA, con quelle contro la PDVSA e altri attività atte a distruggere l'ambiente e artisti stranieri(tradotto da NexusCo)

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Etichette: band musicali, ecologia, Informazione, venezuela
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Razzismo, discriminazione, xenofobia e criminalizzazione in Cile ai danni del popolo Mapuche


da Fear to Sleep



Oggi 21 Marzo, è la Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Discriminazione Razziale secondo le Nazioni Unite, e lo stato cileno continua a trasgredire ciò, violando le clausole internazionali per i diritti umani su tali questioni e continuare senza riguardo ad applicare tal pratiche, benchè vi siano varie denunce recapitate alla commissione delle Nazioni Unite, la quale obbliga lo Stato a rispettare gli obblighi verso i popoli indigeni. Lo sfondo seguente è sopra i conflitti territoriali dello Stato Cileno nelle terre dei Mapuche.

Il tema di quest'anno per celebrare la giornata è "Razzismo e conflitti", con l'intenzione di mettere in luce il fatto che il razzismo e la discriminazione sono spesso all'origine di gravi conflitti, secondo un messaggio espresso dal Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon.

Il tema, secondo lui, è stato scelto per catturare, in quanto è spesso ignorato, ogni relazione ammodernamento tra razzismo e conflitto. "In molte parti del mondo, il razzismo, i pregiudizi e la xenofobia creano una tensione estrema e sono usati come armi potenti per creare paura o l'odio in tempo di guerra. I pregiudizi e la xenofobia possono anche portare al genocidio, ai crimini contro l'umanità, alla pulizia etnica e ai crimini di guerra", ha indicato.

Per le Nazioni Unite, il tema di quest'anno mira ad accrescere la consapevolezza su questi temi e ricordare le sofferenze delle vittime che hanno subito o stanno subendo a causa di conflitti legati al razzismo.

È interessante notare che il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma che "tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti". La Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Discriminazione Razziale ricorda gli obblighi stabiliti dello Stato dal Patto internazionale e sui diritti umani Onu contro il razzismo, la xenofobia, la discriminazione e, nel caso dello stato cileno non vi sono molti progressi.

Conflitti territoriali e razzismo in Cile il popolo mapuche

L'anno 2009/2010 si è sviluppato un processo sotto l'autochiamata Mapuche del sud per preparare varie relazioni, denunce e contribuire alle fortificazioni territoriali e riuscì ad articolare l'espressione autonoma e indipendente e di rappresentanza paritaria delle varie organizzazioni territoriale.

Uno di questi rapporti informa delle situazioni del razzismo in Cile contro il popolo mapuche che, a sua volta raccoglie altri elementi di prova presentati, e invita il Comitato sull'eliminazione della discriminazione razziale - CERD - nel generare una serie di domande e preoccupazioni allo Stato cileno che continua a non rispondere nell'ambito dei suoi atti.(tradotto da NexusCo)


http://ienaridensnexus.blogspot.it/2012/03/razzismo-discriminazione-xenofobia-e.html

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